Le macchine da cucire possono essere considerate una vera e propria rivoluzione nel campo della lavorazione dei tessuti: infatti, da quando per la prima volta è stato possibile usufruire di una queste, nonostante la sua rudimentalità, non si può certamente dire che la condizione del lavoro di chi si è sempre occupato dell’arte del cucito, ovvero delle donne, non sia migliorata.
Nel tempo, sicuramente, queste macchine si sono migliorate, il che vuol dire che si sono registrate situazioni in cui le macchine da cucire hanno mostrato maggiore velocità e prestazioni decisamente più dettagliate, arricchendosi di strumenti e di mezzi che le hanno rese più all’avanguardia e, cosa da non trascurabile, alla portata di tutti.
Le macchine da cucire: tra storia e uso
Al di là dei primi strumenti ritrovati all’interno delle caverne, tutti oggetti rudimentali simili ad aghi o ferri per il cucito, le prime vere e proprie macchine da cucire risalgono al XVIII secolo, con dei brevetti che ovviamente presentano strumenti con manopole per il loro funzionamento. Ma la svolta si attesta intorno alla metà dell’Ottocento con Thimonnier e Singer, gli artefici di questi primissimi modelli, sofisticati per il tempo e terribilmente all’avanguardia, che puntano all’innovazione e al lancio di nuove idee.
In breve, queste macchine, che dapprima troviamo all’interno delle prime industrie manifatturiere, diventano anche oggetti di possesso personale per potersi confezionare abiti in maniera autonomo, e accrescendo anche l’industria della moda, sviluppando nuove linee e nuovi capi, dando un input di grande impatto a quello che è senza dubbio anche l’ambito di maggiore interesse tanto per l’uomo quanto per la donna: il campo dell’abbigliamento. Quindi, un’evoluzione che è sinonimo di rivoluzione, che colpisce più ambiti della vita di tutti i giorni e va ad interessare fette di popolazione sempre più ampie.
Quanto valgono le vecchie macchine da cucito della Singer?
E tra le più lussuose, oltre che essere anche quelle che più di tutte testimoniano un percorso lungo oltre due secoli, troviamo le macchine da cucire della Singer; si tratta di illustrare non solo la storia di questa casa produttrice, ma anche di tutto il settore in generale, vantando un numero davvero considerevole di prodotti dall’origine ai giorni nostri; eccone alcuni esempi:
- Singer 27: un modello diffusissimo, robusto e facile da usare, che è un ottimo punto di partenza per chi si avventura per la prima volta nell’arte del cucito
- Singer 66, con un design all’avanguardia, elegante e ricco di piani per la lavorazione
- Singer 99: rara e ricercata, ma con delle tecniche avanzate e un design davvero molto particolare
I modelli più antichi invece è difficile ancora oggi ritrovarli intatti e con le caratteristiche ancora funzionanti. Ma sappiamo che si trattava di prodotti in ghisa, un materiale per l’epoca prestigioso, perché robusto e sinonimo di durata e garanzia. Inoltre, prevedevano un meccanismo semplici e affidabile, anche se pesavano moltissimo ed era difficile spostarli da un posto all’altro poiché erano provvisti di una pedivella che ne permetteva il funzionamento.
Possedere ancora oggi una macchina da cucito della Singer, specie se si tratta di uno di questi modelli con la strumentazione ancora funzionante, e incastonata dentro i mobiletti classici di legno, è considerato un privilegio per il valore economico ma anche di prestigio che ovviamente incarnano questi pezzi che possiamo considerare anche da collezione.